Reinventarsi un lavoro: ecco come fare. La mia storia.

reinventarsi un lavoro

A quanti è successo di trovarsi nella condizione di essere costretti a reinventarsi un lavoro?

Che sia stato per necessità o per voglia di cambiare vita e misurarsi con nuove avventure, probabilmente sarà successo a molti e forse sta capitando anche a te.

A me personalmente è successo, e pure più di una volta, seppur in diverse fasi ed età della mia vita. Nella mia professione è una costante: non a caso ho iniziato come addetto stampa vecchio stile, per poi convertirmi al web marketing. Iniziando con il social media management prima di approdare al SEO copywriting. E questo blog è frutto di questo percorso.

Ecco perché ho deciso di provare a darti dei consigli in merito e raccontarti la mia storia. Non sarà quella di Steve Jobs o Bill Gates, ma spero che tu possa ricavarne qualche spunto interessante e magari raccontarmi qualcosa in più su di te lasciando un commento a questo articolo o inviandomi un messaggio privato.

Perché confrontare le proprie esperienze può solo che essere un arricchimento. E poi, per fortuna o meno, ho maturato sul campo, nell’arco della mia vita, una certa confidenza con la necessità di dover reinventarsi un lavoro.

Ad ogni modo, se hai perso il lavoro o stai cercando qualcosa di nuovo e diverso dalle professioni che hai svolto o dalle mansioni che hai ricoperto finora, potresti trovare interessanti alcune cose di cui voglio parlarti nei prossimi paragrafi riguardo il reinventarsi un lavoro. Buona lettura.

Come reinventarsi un lavoro ad ogni età

La possibilità di reinventarsi un lavoro, dipende principalmente da due fattori: il primo riguarda la tua mentalità, che deve essere aperta, dinamica e capace di andare oltre gli schemi tradizionali. L’altro è la capacità di saper cogliere le giuste opportunità, capire quando è necessario adattarsi e quando poter fare una maggiore selezione tra i lavori da accettare o meno. Dando per scontato il tuo impegno e la tua voglia di fare per arrivare all’obiettivo. Tutto questo l’ho imparato anche sulla mia pelle e nei prossimi paragrafi, oltre a cercare di darti consigli utili e pratici, ti racconterò il perché.

La laurea: prima causa di disoccupazione in Italia

Probabilmente in questo momento ti starai chiedendo “ehi Giordano, ti sei bevuto il cervello? Cosa vorrebbe dire questo sottotitolo?”.

Dirò una cosa forte, politicamente scorretta, che probabilmente in pochi ti diranno. E per introdurla avevo bisogno di un titolo provocatorio. Quello che penso è che il sistema formale d’istruzione italiano, pur essendo ancora uno dei migliori al mondo, come dimostrano i cervelli e le eccellenze che esportiamo all’estero, spesso è anche la causa principale del perché migliaia di persone si ritrovano costrette a reinventarsi un lavoro.

Questo perché, a mio avviso, l’Università di massa e una concezione arcaica del lavoro hanno creato delle storture di sistema. Due in particolare:

  1. Creano troppi laureati in settori saturi, che poi difficilmente troveranno lavoro;
  2. Il percorso di studi dura troppo e crea l’illusione, in tanti studenti, che una volta discussa la tesi cominceranno subito a lavorare.

Purtroppo, invece, difficilmente un’azienda assume un soggetto che a 25-30 anni (nei casi peggiori), non ha mai fatto un giorno di lavoro in vita sua. Discorso a parte meriterebbero facoltà come ad esempio medicina.

Spesso si dice “come faccio ad avere esperienza se mi sono appena laureato?”. Sbagliato! Ecco il primo errore di mentalità. Ricorda: anche se dovessi laurearti nei tempi prestabiliti, entrare nel mercato del lavoro a 22-23 anni può essere già tardi. Ti consiglio di iniziare a pensarci prima (e magari anche di iniziare a farlo), senza cullarti sul fatto che sei dispensato dal lavorare perché tanto stai studiando.

Inoltre, viviamo nell’epoca di internet, dove le informazioni corrono veloci e sono alla portata di tutti. Esistono corsi e master, anche online, di altissima qualità e soprattutto…brevi ed efficaci. Ovvero capaci di trasmetterti delle competenze in poco tempo e a costi contenuti.

Ciò non significa che andare all’Università non sia importante. A tutto questo però l’istruzione italiana dovrebbe adeguarsi per non rimanere schiacciata. Ma questi sono temi complessi che meriterebbero un approfondimento specifico.

Come crearsi un lavoro online

lavoro onlinePersonalmente ho acquisito maggiori competenze lavorative attraverso singoli corsi online di qualità, tant’è che grazie a quelle oggi lavoro e ho potuto “reinventarmi” un lavoro, come ti racconterò tra poco.

Ad ogni modo, il web, e i social media in particolare, se sfruttati a dovere possono offrire tante possibilità per inventarsi un lavoro creativo.

Sicuramente conoscerai Linkedin, il noto servizio web di rete sociale, utilissimo far conoscere il tuo curriculum. Ma non è l’unico social che può aiutarti in questo senso.

Una cosa che torna davvero utile è quella di iscriversi ai gruppi Facebook sul lavoro, che mettono in contatto recruiter con chi cerca un’occupazione. Oppure che vengono utilizzati per scambiare conoscenze e competenze professionali. Potrebbe sembrarti banale, ma è molto efficace e sottovalutato come strumento. Così come la sezione Marketplace dello stesso social.

Tramite Twitter, invece, potresti contattare direttamente il capo di un’azienda per proporre un’idea, un progetto o un tuo lavoro.

E poi ci sono altri tre strumenti potentissimi:

  1. Instagram. Adori la fotografia? Hai una bella attrezzatura per scatti interessanti (basta anche un buono smartphone), oppure delle competenze in ambito grafico? Allora sfrutta il social dell’influencer marketing per eccellenza per farti notare;
  2. YouTube. Sei un videomaker o sei bravo nei lavori manuali da casa? Oppure un cuoco professionista o amatoriale? Puoi registrare dei video tutorial (anche fatti in casa), per far vedere quello che sai fare e offrire i tuoi prodotti o servizi;
  3. I blog. Ti piace scrivere, sei un giornalista o aspirante tale? Apri un blog, scrivi e fatti notare da autori e redazioni;

Insomma: devi fare personal branding. E poi, oltre ai social, ci sono naturalmente i tanti siti di ricerca di lavoro: da Impiego24.it a Infojobs, passando per Helplavoro ma anche Indeed e Cercolavoro.it, piuttosto che JobRapidoSubito.it Kijiji e tutti gli altri.

Come crearsi un lavoro in agricoltura o da casa

Al di là delle potenzialità del web, altri due dei settori migliori per reinventarsi un lavoro sono certamente quello artigianale e agricolo.

Il ritorno alla terra e agli antichi mestieri, sta tornando prepotentemente di moda, così come la vita di campagna. Per di più a tutte le età, non solo per inventarsi un lavoro a 60 anni.

Se possiedi un terreno agricolo, potresti aprire un agriturismo o una fattoria didattica per bambini. Anche in questo caso potresti sfruttare i social per far vedere i tuoi prodotti tipici e come li cucini. Creando un bel connubio fra tradizione e innovazione. Idee lavoro niente male, non credi?

Idem se invece sai creare prodotti artigianali, artistici o di design in maniera autonoma. E questo può essere davvero un lavoro da casa serio.

Ma è giunto il momento di raccontarti qualcosa in più su di me e tutte le volte che sono rientrato tra quelle persone che hanno avuto la necessità reinventarsi un lavoro.

Inventarsi un lavoro in tempo di crisi: la mia storia

Immagina adesso un ragazzo di un piccolo paesino di poco meno di 10 mila anime nel profondo sud dell’entroterra siciliano in tempo di crisi. “Non c’è lavoro” è il mantra che senti ripetere in continuazione. Il tragico motivo per il quale luoghi del genere si stanno spopolando, soprattutto di giovani.

Ma quella litanìa rappresenta un altro errore di mentalità, seppur nel dramma reale di una terra dove effettivamente è difficile trovare un’occupazione.

Dire “voglio un lavoro, ma non c’è lavoro”, infatti, a volte (non sempre, certo) rischia di essere un’autogiustificazione, una scusa. Certamente è motivo di rabbia e rancore: contro l’imprenditore o il politico di turno. Ma se c’è una cosa che ho imparato e che purtroppo non è così scontata come potrebbe sembrare, è che il lavoro non si può semplicemente aspettare. Come se dovesse piovere dal cielo, nonostante sia riconosciuto come diritto. A volte bisogna saperselo inventare, costruire, immaginare. Anche pian piano, rischiando, mentre magari ci si “accontenta” di partire dal basso per sbarcare il lunario se necessario. Senza smettere di crederci, mai.

E così, dopo la Maturità e un rapporto complicato con l’Università, qualche breve e traumatica esperienza lavorativa, decisi di svolgere un tirocinio di sei mesi a Roma.

Mia madre, che ringrazio sempre, era solita inviarmi offerte di lavoro di ogni tipo. In realtà lo fa ancora tutt’oggi. E così un giorno decisi di partecipare alla relativa selezione. Fui preso e mi trasferì a Roma.

Guadagno? Un rimborso spese da 300-350 euro e tutto il resto a spese mie: vitto, alloggio, quotidianità. Possibile sopravvivere? Ovviamente no, ma qualcosa ho escogitato. A proposito di reinventarsi un lavoro, appunto.

Inventarsi un lavoro a 20 anni: mantenersi mentre si costruiscono sogni

inventarsi un lavoro a 20 anniTrovarsi in una città nuova (e molto costosa), da solo, poco più che ventenne e con un budget di 300 euro al mese. Impossibile senza reinventarsi un lavoro ulteriore, dei nuovi orizzonti e riprogrammare gli obiettivi.

Cosa fare allora? Partire dal basso, naturalmente nel pieno rispetto della propria dignità. E allora cominciai a fare lavori più redditizi che nulla avevano a che fare con le mie ambizioni, ma che potevano garantirmi buoni e immediati guadagni.

Ho fatto volantinaggio, le pulizie, il guardiano di notte e il Servizio Civile. Lavori alternativi al mio obiettivo insomma, che nel frattempo ho coltivato e mai smesso di seguire.

Lavoravo tutta la notte fino alle 10.00 di mattina, correvo a casa, facevo una una doccia e alle 12.00 iniziavo il Servizio Civile. Dormivo il pomeriggio e ricominciavo la sera.

Non è stato facile, ma sapevo che quei sacrifici mi avrebbero consentito di mettere un po’ di fieno (soldi) in cascina per permettermi di mantenermi durante il tirocinio, che era più inerente alle mie inclinazioni, ma che fruttava pochissimo. Tramite ad esso, però, ho acquisito competenze e contatti che mi sarebbero tornati utili per cimentarmi in maniera più proficua in futuro in quei settori che mi interessavano veramente. Difatti negli anni a venire ho cominciato a lavorare stabilmente nel settore che mi piaceva: l’ufficio stampa e comunicazione.

Ecco quindi un primo consiglio: se sei giovane e hai un sogno che al momento paga poco, non smettere di perseguirlo. Mantieni quel pizzico di sana follia e ambizione per inventarsi un lavoro a vent’anni o giù di lì. Magari cerca di affiancarlo inizialmente a qualcosa di più solido. Solo per iniziare.

Inventarsi un lavoro a 30 anni: si può ancora rischiare

inventarsi un lavoro creativoFinora abbiamo parlato molto di mentalità e capacità di adattamento, specialmente quando sei all’inizio della carriera e può capitare facilmente di doversi inventare o reinventarsi un lavoro.

Abbiamo anche parlato degli errori basati sui due luoghi comuni “non c’è lavoro” e “non posso avere esperienza se mi sono appena laureato”. Esiste un terzo errore che non devi mai commettere: adagiarti e smettere di aggiornarti, seguire il mercato e le offerte di lavoro. Uno sbaglio, che in parte ho commesso anche io.

Per anni ho lavorato, continuativamente, anche cambiando aziende e contesti lavorativi. E ho pensato che cercare lavoro non mi riguardasse più. Ricevevo un sacco di mail con offerte, inviti a colloqui, promemoria di vecchi siti ai quali ero iscritto, ma le cestinavo. Tanto io un lavoro lo avevo.

Se non fosse che ad un certo punto, l’azienda per cui lavoravo non poteva più permettersi di garantirmi uno stipendio. Nel frattempo il mestiere dell’addetto stampa cominciava ad essere un po’ superato e a starmi stretto. Fortunatamente, almeno su questo mi sono tenuto sempre aggiornato, studiando ed espandendomi in altri settori.

Ho acquistato dei corsi professionali spendendo poco, relativamente al fatto che mi hanno consentito di riprendere subito a lavorare e di realizzare la mia ambizione: lavorare in proprio e vivere da freelance. Che è proprio quello oggi cerco di fare. Un rischio, ma di cui vado orgoglioso.

Conclusioni

Non è stato facile, mentalmente, reinventarsi un lavoro a 30 anni passati. Ma ho imparato che, se vuoi, allora puoi farcela. Senza aspettare che il lavoro ti cada dal cielo. Senza pensare che le aziende stiano tutte aspettando la tua laurea per poter poi fare a gara per assumerti. E soprattutto facendo sacrifici, sbagliando, e rimanendo sempre aggiornato.

Non so ancora come sia inventarsi un lavoro a 40 anni. Quando ci arriverò magari scriverò un altro articolo. Meno lungo di questo, lo giuro. Se hai tu consigli da dare in merito, lascia pure un commento qui sotto.

Per il momento, per questo articolo sul reinventarsi un lavoro, è tutto.

giordano sottosanti presidenza consiglio

Giordano

Social media manager, contet writer SEO e comunicatore digitale. Ho collaborato e collaboro con importanti personalità, organizzazioni, Istituzioni e aziende. Mi occupo di comunicazione in tutte le sue forme, con focus su innovazione, politica e cultura.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto